Il fascino discreto dell’horror pop – Introduzione alla lettura di John Smith (parte 2)

(Parte seconda. La prima è qui)

Scarab 2 - Pagina 22

Come ricordato nella prima parte di questo “primer” sull’opera di uno dei più importanti e dotati (ancorché misconosciuti) sceneggiatori della storia del fumetto britannico, è nel 1993 che la carriera di John Smith sembra avere un punto di svolta. Sfortunatamente, si tratta di un punto di svolta in negativo, poiché la carriera di Smith, fino a quel momento in ascesa, si blocca improvvisamente quando invece sembrava destinata al lustro di acclamati colleghi come Gaiman e Morrison, in quel momento vere superstar. Con i colleghi britannici, Smith condivide un approccio alla scrittura d’ispirazione punk. Lo stile di Smith, come Morrison o Milligan, è moderno e ribelle nei confronti della classica impostazione fumettistica del periodo, colto eppure pop, pretenzioso eppure decadente, focalizzato sullo zeitgeist eppure psichedelico, fortemente informato, quantomeno in spirito, ai dettami di Alan Moore eppure in via di liberazione da un’ispirazione tanto importante quanto limitante. E invece, come detto, lo stop brutale, dovuto a Scarab.

Leggi il resto “Il fascino discreto dell’horror pop – Introduzione alla lettura di John Smith (parte 2)”

Il fascino discreto dell’horror pop – introduzione alla lettura di John Smith (Pt. 1)

Quando hai un nome poco ispirato come il mio, faresti qualunque cosa per farti notare. Anche scrivere fumetti (John Smith)

Ci sono certi autori di cui si parla sempre e comunque, anche a sproposito e anche esagerandone le qualità in maniera inopportuna (fatevi la lista da soli).
Ci sono quelli sfortunati, che meriterebbero il plauso generale e invece rimangono di nicchia (idem).
E poi c’è John Smith, di cui non parla mai nessuno (quantomeno in Italia).
Peccato, perché Smith, classe 1967, è uno degli sceneggiatori britannici di maggior classe di sempre.
D’altronde, è inevitabile che in qualche maniera sia così, visto che in italiano restano inediti, o quantomeno non letti, praticamente tutti i suoi lavori, a parte forse l’immenso
Hellblazer 51 (ma ci torniamo).

Leggi il resto “Il fascino discreto dell’horror pop – introduzione alla lettura di John Smith (Pt. 1)”